giovedì 15 marzo 2012

La Ferrarelle


Non la sopporto più.
Ce l'ho sullo stomaco ancora prima di averla bevuta.
Il suo gusto non mi piace e la trovo pesantissima.
Infatti ha un residuo fisso da record: 1.400.
Praticamente ti bevi un sasso.
Inoltre, il fatto che la sorgente da cui sgorga si trova in un territorio devastato da discariche abusive di materiali inquinanti, mi fa fare brutti pensieri.

Secondo: la campagna pubblicitaria che la posiziona come acqua "né liscia né gasata" me la pone immediatamente come simbolo della mediocrità, del compromesso, del grigio.
Immagine italiota, ignava, andreottiana, che sarebbe ormai ora di rimuovere dal nostro orizzonte culturale.

Infine, trovarmela sempre più spesso imposta come unica soluzione di H2O in bar, tavole calde e ristoranti mi fa girare le palle. Fateci caso: succede sempre più spesso.
E' evidente che c'è sotto qualcosa. Tipo che se un commerciante la rifiuta, si trova una testa di cavallo mozzata nel letto.
Un po' come con le mozzarelle di bufala, che ormai te le vende pure il giornalaio.

Per tutti questi motivi, ho deciso di eleggerla a mio personalissimo mulino a vento. Cosa faccio? La boicotto: ogni volta che entro in un locale e chiedo dell'acqua specifico: "Purché non sia Ferrarelle".
Lo so, non sferro alcun colpo al prodotto o all'azienda; non determino alcuna diminuzione di vendite.
Però mi sento un combattente impegnato.
Per la salute, per la cultura, per la giustizia!
E così digerisco meglio ed elimino qualche tossina.